L'incertezza del tempo sembra aver riportato indietro la stagione; è di nuovo freddo e il cielo è nuvoloso. E' anche piovuto, specie di notte, e la pioggia in montagna si è trasformata in neve. Solo quando c'è stata una schiarita ho potuto vedere le montagne interamente coperte da un manto bianco in apparenza soffice; era talmente strano vederle così che sembravano coperte di panna montata. Si staccavano nel cielo azzurro e limpido, tutte bianche, in netto contrasto con il paesaggio verde di pianura, tanto da sembrare le uniche protagoniste del paesaggio. Nemmeno in inverno le avevo viste con questo aspetto; sono rimasta a guardarle stupefatta, sia per lo spettacolo quanto per la stranezza del tempo. La solita banalità secondo cui le stagioni non sono più quelle di una volta non ha più effetto ed evidenze come queste stanno diventando normalità, pertanto non dovrei più stupirmi di vedere montagne bianche a marzo: è che sono troppo vecchia, tanto da ricordarmi come era il tempo prima. Intanto le previsioni meteo confermano questa ondata di freddo e in casa la caldaia ha ripreso a funzionare come in inverno. Nel frattempo io non ho più avuto la possibilità di uscire, se non per andare a fare una frettolosa spesa al supermercato più vicino a casa. Mi chiedo come siano i giardini del vicinato. Me li immagino pieni fiori colorati e mi piacerebbe vederli. Non avendo la possibilità di andare fuori città non so se i prati diventati più verdi e folti, anche se per tutto l'inverno non sono mai stati brulli, e non so nemmeno se gli alberi siano coperti di gemme o di foglie. Questo lungo periodo di permanenza di mia madre è pesante; lei vorrebbe tornare a casa sua e io vorrei riprendere le mie abitudini e tutte e due siamo insoddisfatte. Il suo stato generale, da quando sta con me, è migliorato tanto che si sta rendendo conto che ha bisogno di assistenza ma io non sono in grado di dargliela sulla lunga distanza. E' arrivato il momento di decidere per un aiuto esterno, solo che lei non sa decidersi. Come spesso ripete, la vecchiaia è il momento più difficile della vita. Sono perfettamente d'accordo, tutti siamo destinati a questo se non finiamo prima. Credo che la cosa più difficile da sopportare sia perdere l'autonomia, il rendersi conto che le proprie capacità fisiche sono diminuite a tal punto che si possono compiere solo determinate cose e che la gestione di sé e della casa necessita di un ausilio. Il fatto è che è doloroso rendersene conto quando si è ancora lucidi. In questa lunga settimana mia madre è tornata a casa sua solo una volta, il tempo di prendere altri vestiti e tornarsene indietro. Non so che impressione le abbia fatto, penso solo che vedere ciò che si è lasciato e quello che è rimasto incompleto non sia stato gradevole e che abbia suscitato un velo di tristezza. Il finale di questa storia non è ancora scritto, però non credo che la scelta tra i finali sia lunga.
martedì 18 marzo 2025
Da pioggia a neve
L'incertezza del tempo sembra aver riportato indietro la stagione; è di nuovo freddo e il cielo è nuvoloso. E' anche piovuto, specie di notte, e la pioggia in montagna si è trasformata in neve. Solo quando c'è stata una schiarita ho potuto vedere le montagne interamente coperte da un manto bianco in apparenza soffice; era talmente strano vederle così che sembravano coperte di panna montata. Si staccavano nel cielo azzurro e limpido, tutte bianche, in netto contrasto con il paesaggio verde di pianura, tanto da sembrare le uniche protagoniste del paesaggio. Nemmeno in inverno le avevo viste con questo aspetto; sono rimasta a guardarle stupefatta, sia per lo spettacolo quanto per la stranezza del tempo. La solita banalità secondo cui le stagioni non sono più quelle di una volta non ha più effetto ed evidenze come queste stanno diventando normalità, pertanto non dovrei più stupirmi di vedere montagne bianche a marzo: è che sono troppo vecchia, tanto da ricordarmi come era il tempo prima. Intanto le previsioni meteo confermano questa ondata di freddo e in casa la caldaia ha ripreso a funzionare come in inverno. Nel frattempo io non ho più avuto la possibilità di uscire, se non per andare a fare una frettolosa spesa al supermercato più vicino a casa. Mi chiedo come siano i giardini del vicinato. Me li immagino pieni fiori colorati e mi piacerebbe vederli. Non avendo la possibilità di andare fuori città non so se i prati diventati più verdi e folti, anche se per tutto l'inverno non sono mai stati brulli, e non so nemmeno se gli alberi siano coperti di gemme o di foglie. Questo lungo periodo di permanenza di mia madre è pesante; lei vorrebbe tornare a casa sua e io vorrei riprendere le mie abitudini e tutte e due siamo insoddisfatte. Il suo stato generale, da quando sta con me, è migliorato tanto che si sta rendendo conto che ha bisogno di assistenza ma io non sono in grado di dargliela sulla lunga distanza. E' arrivato il momento di decidere per un aiuto esterno, solo che lei non sa decidersi. Come spesso ripete, la vecchiaia è il momento più difficile della vita. Sono perfettamente d'accordo, tutti siamo destinati a questo se non finiamo prima. Credo che la cosa più difficile da sopportare sia perdere l'autonomia, il rendersi conto che le proprie capacità fisiche sono diminuite a tal punto che si possono compiere solo determinate cose e che la gestione di sé e della casa necessita di un ausilio. Il fatto è che è doloroso rendersene conto quando si è ancora lucidi. In questa lunga settimana mia madre è tornata a casa sua solo una volta, il tempo di prendere altri vestiti e tornarsene indietro. Non so che impressione le abbia fatto, penso solo che vedere ciò che si è lasciato e quello che è rimasto incompleto non sia stato gradevole e che abbia suscitato un velo di tristezza. Il finale di questa storia non è ancora scritto, però non credo che la scelta tra i finali sia lunga.
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