Da quando mia madre ha recuperato tutte le fotografie da casa sua e le ha portate a casa mia, ha iniziato un lavoro di archiviazione secondo i suoi personali criteri. Fin qui tutto bene, se non fosse che sta usando dei grossi fermagli da ufficio per fissare le foto alle pagine di vecchi album di recupero e che dovrebbero essere sostituiti. Con questo sistema gli album sono diventati pesanti, voluminosi ed ingombranti oltre che brutti a vedersi. Dal momento che io sono la destinataria delle foto, ho cercato di farle capire che nell'attuale casa il posto per lo stoccaggio è limitato e che se vuole che io tenga tutte quelle fotografie deve trovare un altro modo per sistemarle. Questa osservazione è stata considerata offensiva ed un rifiuto del suo lavoro per il quale sta mettendo tanto impegno, pertanto in questi giorni è tutto un mugugno. Sinceramente di tutte queste foto di famiglia a me non importa assolutamente nulla e non so perché mi sia venuto questo disinteresse, forse perché madre è riuscita a farmele odiare con l'assillo di ricordi di persone che, tra l'altro, o non ho mai conosciuto oppure ho incontrato quando ero bambina o, in ultimo, non ho mai avuto contatti anche perché il grado di parentela è praticamente sfumato. Ad aumentare la mia indifferenza ed insofferenza è il numero delle fotografie che è enorme; saranno un centinaio o anche più, ma a me sembrano milioni. Capisco che mia madre abbia cercato di ordinarle cronologicamente o per argomento, un po' meno che abbia scritto papiri con i nomi, il grado di parentela o di conoscenza e il luogo in cui abitavano le persone raffigurate però a me sembra un lavoro fatto più per lei stesse che per me, anche se lei afferma il contrario. Insomma, sarà anche la storia della famiglia, ma alla fine questa obbligatorietà in quanto unica depositaria mi sta rendendo insopportabile la cosa. L'unica soluzione che al momento ho trovato è fare in modo che lo stoccaggio finisca in cantina, finché un giorno o mi dedicherò a fare una cernita e a riordinarle secondo il mio criterio oppure tutto finirà nel cassonetto. E' una brutta decisione, ma io non ho intenzione di fare di casa mia un magazzino solo perché mia madre lo ha fatto di casa sua: io sono per il decluttering ed il minimal.
Nonostante la situazione pressante che si è venuta a creare in casa oggi è una bella giornata di sole. Ho chiesto a mio marito di andare a fare una passeggiata per vedere un po' di negozi, giusto per staccare un po' da queste circostanze pesanti. Purtroppo, forse per la stanchezza, ho passeggiato pochissimo e poi ho dovuto usare la carrozzina perché le gambe stavano cedendo. Questo comunque non mi ha impedito di comprarmi un paio di scarpe nuove, delle belle Skechers con l'interno memory foam. Stranamente ho trovato quasi subito il modello che volevo, il colore che mi piaceva e non ho nemmeno fatto troppe prove. Arrivata a casa ho buttato via il paio di scarpe che volevo sostituire e messo al suo posto il paio nuovo, così mi sono sentita subito contenta e soddisfatta. Mentre ero fuori a passeggiare ho visto in un negozio un cappellino estivo che mi è sembrato giusto per mia madre e glielo ho comprato. A casa glielo ho fatto provare e le andava bene, sia per la misura che per il colore. E' rimasta sorpresa per l'acquisto che era una sua richiesta di qualche giorno fa e come me si è sentita contenta. Insomma, piccole soddisfazioni aiutano a mitigare momenti di tensione e malumore.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.